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Anno Quinto - Parte 2 di 2

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Prosegue e si conclude in questo post la mia rassegna delle immagini che vanno a comporre la testata dell'Anno V del blog. Nella prima parte mi ero occupato delle prime sette immagini, è adesso il turno delle rimanenti otto.

8. Shell Beach

Nella testata dell'anno IV avevo assegnato a Picnic a Hanging Rock il ruolo di rappresentanza della sezione film di culto. Quest'anno l'eletto è Dark City, altro film citatissimo nel mio blog. Vi è comparso, tra l'altro, anche molto di recente, nel terzo dei quattro post con cui ho partecipato al meme Very Pop Blog dedicato agli anni '90. Ma la scelta di riproporre qui l'immagine con il pontile di Shell Beach è anche un modo per me di evocare, fin dall'inizio dell'Anno V, il mare e l'estate a venire.

9. Meriem

E' la seconda jungle-girl a comparire nel mio blog, dopo Luana, la figlia della foresta vergine, e la protagonista indiscussa di un'intera serie di post intitolata Meriem, la prima tarzanide, arrivata per il momento al suo sesto capitolo. La mia intenzione è di proporne altre di jungle-girls, il che per alcuni suonerà come una promessa, mentre per altri, spero pochi, come una minaccia. Ne approfitto intanto per segnalarvi che di ragazze della giungla si sta occupando anche, con tutta la perizia a cui ci ha abituato, l'amico blogger Lucius Etruscus nel suo blog Il zinefilo.
La versione di Meriem nella miniatura è quella topless di Richard Hexcox, ma nella mia serie di post ho presentato anche tutte le altre che si sono succedute dal 1915 a oggi.

10. Tarocchi delle streghe

Come ho scritto in almeno un'altra occasione, il set di tarocchi dell'artista scozzese Fergus Hall, da lui dipinto in origine per essere utilizzato nel film del 1973 Agente 007 - Vivi e lascia morire, è  il mio favorito in assoluto dal punto di vista estetico.




Entrato a far parte della storia ufficiale dei Tarocchi con il nome di Tarot of the Witches, il mazzo creato da Fergus Hall sarà poi riproposto, tre anni dopo, anche nell'ottimo erotico di casa nostra, diretto da Paolo PoetiInhibiton, che ha come interpreti principali Claudine Beccarie, Ivan Rassimov e Ilona Staller.




I tre Arcani che Carol (Claudine Beccarie) estrae dal mazzo sono in questo caso l'Imperatrice (III), la Papessa (II) e il Diavolo (XV), un evidente richiamo alle figure dei tre protagonisti del film e i rispettivi ruoli. 
Nel caso, invece, della nuova testata, il Diavolo di Fergus Hall vi compare in riferimento al post sull'Arcano XV da me pubblicato ai primordi del blog, come parte dello stesso ciclo di post su Solve et Coagula in cui mi sono occupato anche del demone Pazuzu.

11. Zio Lupo

Zio Lupo è stato e rimane una delle colonne portanti di questo blog oltre che della mia blog novel. Nella testata dell'Anno IV era stato scalzato dalla contemporanea presenza della foto di Lon Chaney Jr. truccato da uomo-lupo. Ma la sua apparizione non poteva essere rimandata oltre.
Il presente disegno è quello, notissimo, che accompagna le famose due paginette de I quindici con la versione della fiaba di Italo Calvino. Io, nel mio blog, l'ho usato per accompagnare una diversa versione della fiaba, la versione di Paolo Toschi.

12. Alcesti e Admeto

Considero il mito, e più in particolare il mito greco, un altro dei pilastri del mio blog, fosse anche solo per il fatto che Tempo del Sogno e Era del Mito sono termini sovrapponibili.
Non a caso, ho inserito nella seconda parte de Il Segreto di Hanging Rock la celebre frase da Degli dei e del mondo, piccolo catechismo pagano scritto dal filosofo romano Salustio (IV secolo d.C.), che recita, a proposito degli eventi del mito:
Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre. 
E se proprio dovessi vantarmi di qualcosa a proposito di questo blog, sarebbe prima di tutto di non aver mai offerto del mito, nelle sue pagine, una descrizione puramente accademica. Non ho nulla contro le descrizioni accademiche del mito, benvenute e necessarie, ma preferisco lasciarle agli spazi dove trovano la loro collocazione più naturale, come le pagine di Wikipedia o della Treccani online. Personalmente, a differenza di altri blog, preferisco trattare il mito come qualcosa di vivente, e soprattutto di organico e coerente, e non come una curiosità da museo o, peggio, come una pura invenzione estetica o, molto peggio, come un tentativo, ingenuo e superato, di spiegare cose che, "un tempo", non si sapevano spiegare in altro modo.
Un esempio, esterno al mio blog, di quello che io considero l'approccio più corretto al mito, lo offre, per dire, questa bella canzone scritta da Juri Camisasca e interpretata da Alice.




Venendo invece al'immagine della miniatura, è la riproduzione di un affresco pompeiano, da me utilizzata in origine nel post di apertura del ciclo Apollo servo di Admeto, che è uno dei classici cicli di cui ho rimandato il finale troppo a lungo, oltre il punto in cui perdo il ritmo necessario e sono costretto a una pausa. Spero sempre di trovare, un giorno, il giusto stimolo per riprendere da dove mi sono fermato e arrivare a giusta conclusione. Ciò nonostante, va anche detto che ognuno dei post che lo compongono, e che trovate elencato con tutti gli altri nella pagina statica Tutti i post divisi per serie, tratta di un argomento specifico e può essere ugualmente letto con profitto come articolo a sé stante.

13. Edward Hopper

Come Zio Lupo, pure il mio pittore americano preferito era assente dalla testata dell'anno IV - c'era John James Audubon al suo posto - e non poteva mancare anche in questa. In più, con Edward Hopper ho inaugurato la mia avventura nel web, con il mio primo sito in assoluto, dedicato alla pittura realista americana e intitolato a un suo celebre quadro del 1949, Highnoon. Già apparso in passato anche in questo blog, lo ripropongo adesso nel caso che alcuni di voi non lo conoscano.




Anche per la mia serie di post su Hopper, vale comunque il discorso che ho fatto per Apollo servo di Admeto: una serie di post leggibili a sé ma che formano anche un discorso unico di cui manca il capitolo finale. Spero che in entrambi i casi la loro presenza qui, a inizio anno, sia di buon auspicio per un loro completamento futuro.
Riguardo infine al dipinto di Hopper presente nella nuova testata, House with Rain Barrel, del 1936, la sua scelta dipende anche dal fatto che la casa che vi è raffigurata somiglia a un'altra che appariva in un mio vecchio sogno ricorrente. Pure la casa del mio sogno era bianca e sorgeva isolata su di un ciglio erboso, sebbene a ridosso di una strada, oltre che in prossimità di una galleria che risulterebbe in ogni caso esterna allo spazio del quadro, al di là del suo margine sinistro.

14. Le figurine

Questa del giovinetto che lieto incolla figurine ci è parsa l'immagine più bella atta a rappresentare il nostro museo - tratta dall'album La fauna del mondo, Imperia, 1972 circa.
Così recita la pagina di apertura del sito del Museo Virtuale della Figurina, sito meritevole di essere esplorato ma purtroppo di difficile navigazione, a proposito della penultima immagine di questa rassegna. Io ero appunto uno di quei giovinetti lieti che nel lontano 1972 completava le immagini dell'album La fauna del mondo con gli appositi adesivi fustellati, che erano all'epoca una novità rispetto alle classiche figurine, adesive e non, di forma rettangolare.



15. L'uomo mascherato (The Phantom)

Altro omaggio doveroso. Stavolta al mio preferito dei tre personaggi del fumetto di avventura anteguerra con cui convivo da più tempo, circa mezzo secolo. Gli altri due sono il già citato Flash Gordon e Mandrake.
La prima tavola domenicale di The Phantom, apparsa nei quotidiani statunitensi nell'anno 1936, riassume le origini e la natura del personaggio.




Chiudo con una curiosità. Così come entrambe le testate, dell'anno IV e dell'anno V, si aprono per pura coincidenza con l'immagine iniziale di un eroe del fumetto di fantascienza, altrettanto non premeditato è che si chiudano con un personaggio che fa un gesto con la mano. Se stavolta è l'indice sollevato in segno ammonitore dall'uomo mascherato a chiudere la serie di immagini, l'anno precedente era stata la mano benedicente del ritratto del fumettista americano Vaughn Bodé.




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