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Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Un'indagine sui valori /1

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Siamo nella prima metà degli anni '70 e finalmente, al centoventiduesimo tentativo, Robert Maynard Pirsig trova qualcuno disposto a pubblicare il suo dattiloscritto: il direttore di una piccola casa editrice newyorkese, la William Morrow, che ha piena consapevolezza dei rischi a cui va incontro scegliendo di pubblicare un libro del genere, contrassegnato a prima vista dal marchio dell'invendibilità. Ma, dice a Pirsig, nel leggerlo si è sentito chiamato in causa, spinto a chiedersi il perché del suo fare l'editore. E dà allo scrittore un anticipo di 3,000 dollari, abbastanza sicuro che sarà il primo e unico assegno che staccherà a suo nome. Il libro in questione, che uscirà nel 1974, è Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta (Zen and the Art of Motorcycle Maintenance: An Inquiry into Values), e diventerà, nel giro di pochissimo, un best-seller mondiale e un classico della controcultura, osannato nella stessa misura dalla critica letteraria e dai lettori.
Ma solo dopo 121 lettere di rifiuto, che la dicono lunga sull'effettiva capacità degli editori di riconoscere un libro di valore (anche commerciale) quando passa loro tra le mani, così come ci dicono che al giorno d'oggi, con ogni probabilità, Pirsig farebbe parte della folta schiera degli autopubblicati.

Autore di due soli libri - il secondo, del 1991, è Lila: An Inquiry into Morals (trad. it. Lila. Indagine sulla morale, Adelphi 1992) - Robert Maynard Pirsig (1928-2017) è un bambino prodigio, con un elevatissimo quoziente intellettuale, che a scuola macina classe su classe fino a ottenere, a soli quattordici anni, il diploma delle superiori. Iscrittosi poi a biochimica, all'Università del Minnesota, si rivela presto uno studente atipico, che non si limita ad assorbire ciò che gli viene insegnato, ma si mette a indagare su quelli che diventeranno i temi cardine della sua riflessione filosofico-narrativa: l'infinita molteplicità delle cause di ogni fenomeno dato, il ruolo delle ipotesi nel metodo scientifico, l'origine dello stesso. Pirsig indietreggia così nelle valutazioni dei suoi insegnanti e finisce espulso dall'Università.
Arruolatosi nell'esercito, nel 1946 viene inviato di stanza in Corea e vi rimane per due anni, prima di fare ritorno in America e iscriversi nuovamente all'Università del Minnesota, dove arriva a conseguire, nel 1950, una laurea triennale. Studia poi filosofia all'Università di Benares, in India, e, di nuovo in America, Analisi delle Idee e Studio del Metodo all'Università di Chicago, fino a concludere il suo lungo percorso di studi nel 1958, all'età di trent'anni, con una laurea specialistica in Giornalismo all'Università del Minnesota. E' lo stesso anno in cui inizia anche la sua carriera di professore universitario, prima a Bozeman, nel Montana, dove insegna per due anni scrittura creativa, poi all'Università dell'Illinois di Boston. Assume infine, nel 1973, la carica di vicedirettore del Minnesota Zen Meditation Center, che ricopre fino al 1975.


Robert M. Pirsig e il figlio Chris nel 1968, in sella durante il viaggio raccontato nel libro.
© William Morrow/HarperCollins


Sarà poi l'enorme successo della sua opera d'esordio, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, a permettergli di optare per la vita a cui più ambisce: lontana dai riflettori della notorietà e dedita alla famiglia e alle sue passioni, su tutte quella per la navigazione marittima (evocata anche nel finale del libro). Cambierà inoltre più volte luogo di residenza, finendo per abitare in posti diversi degli Stati Uniti, ma anche in Svezia e in Inghilterra.
La sua vita privata, oltre che da una separazione dalla prima moglie - dovuta ai motivi a cui accennerò tra poco - è stata anche segnata da una grande tragedia personale: l'accoltellamento a morte del figlio ventiduenne Chris - suo compagno di viaggio ne Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta - proprio all'uscita dal Minnesota Zen Meditation Center, sul finire degli anni '70. 

Scritto marcatamente autobiografico, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta parla di gran parte di quanto detto finora, talvolta in maniera velata talvolta esplicita, nella cornice del resoconto di un viaggio in motocicletta da Minneapolis a San Francisco effettivamente compiuto dall'autore, alla fine degli anni '60, in compagnia del maggiore dei suoi due figli, Chris (e, nel primo tratto, di una coppia di suoi amici, John e Sylvia). Pirsig, reduce da un crollo mentale e da una diagnosi di schizofrenia che lo ha portato, tra il 1961 e il 1963, a entrare e uscire da un ospedale all'altro e a essere sottoposto a più riprese all'elettroshock, viaggia alla ricerca della sua precedente personalità, ora ridotta a un fantasma che lo perseguita in sprazzi di memoria, e lo fa in due modi diversi e simultanei: alla lettera, ripercorrendo in motocicletta i luoghi della sua storia personale, e metaforicamente, attraverso una discesa nelle profondità della propria psiche. La somma di questi due viaggi ha come risultato Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta.

Fedro: è questo il nome del "fantasma". Un nome che, come è facile intuire, deriva dal celebre, omonimo dialogo platonico, del quale Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta riprende prima tutto il tema della rinascita della memoria. L'alter ego letterario di Pirsig attraversa con la sua moto l'America e, mentre lo fa, recupera frammenti di storia della sua personalità perduta, frammenti dell'esperienza tragica di Fedro. Con l'obbiettivo di stanare il fantasma dall'oscurità dell'inconsapevolezza in cui si annida, e che lo nutre, farlo affiorare interamente alla luce della coscienza e annientarlo una volta per tutte come i vampiri cinematografici sono annientati dalla luce del giorno. Nel dialogo platonico è il graduale ridestarsi dell'idea della bellezza in sé a mettere le ali alla memoria, nel romanzo di Pirsig il sempre più dettagliato ricordo della ricerca di Fedro sulla Qualità, termine sempre riportato in maiuscolo nelle sue pagine.
Fedro inseguiva a sau volta il fantasma della Qualità, ed è stato, per lui, un inseguimento fatale. Pirsig riattualizza con la memoria lo stesso percorso, alla ricerca della ragioni della caduta di Fedro e nel tentativo di portare a compimento la sua ricerca. Cos'è la Qualità? E' possibile darne una definizione o perlomeno accertarsi della sua esistenza? E perché il nostro mondo moderno è così povero di Qualità? Per rispondere a queste domande, Pirsig usa nel suo romanzo filosofico l'artificio del Chautauqua.

Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta inizia come un classico diario di viaggio, con un'immersione nel vasto paesaggio americano, e come una sorta di bizzarro manuale: di cosa si compone una motocicletta? Come la si mantiene funzionante al meglio? Cosa conviene portare con sé in un viaggio del genere per far fronte a ogni possibile inconveniente? E seguono elenchi e descrizioni di parti meccaniche, utensili e istruzioni d'uso. Soprattutto da questo, immagino, derivasse l'idea, condivisa da tutti gli editori, dell'invendibilità del libro. Buono magari per gli appassionati di meccanica, ma per tutti gli altri..?
Pirsig getta in realtà in questo modo, fin da subito, il suo lettore nel cuore dell'agone tra la bellezza classica - o della forma soggiacente - e la bellezza romantica - o dell'apparenza immediata - e lo invita a prendere coscienza delle ragioni del suo rifiuto dell'una a favore dell'altra: se il Buddha è ovunque, in un ingranaggio della motocicletta come in uno stelo d'erba, perché la tecnologia è percepita dalla maggioranza dei suoi contemporanei (in primis dai suoi due compagni di viaggio, John e Sylvia, che viaggiano proprio per scappare dalla tecnologia) come brutta, priva di Qualità? E' l'inizio del Chautauqua, introdotto così dallo scrittore a poche pagine dall'inizio del libro:
Quel che ho in mente è una specie di Chautauqua - non riesco a definirlo altrimenti -, come i Chautauqua ambulanti che si rappresentavano sotto un tendone e si spostavano da un capo all'altro dell'America, l'America in cui siamo noi adesso, una serie di conversazioni popolari intense a edificare e divertire, a migliorare l'intelletto e a portare cultura e illuminazione alle orecchie e ai pensieri degli ascoltatori. I Chautauqua furono soppiantati dal ritmo più serrato della radio, del cinema e della televisione, e non mi pare che sia stato in assoluto un progresso.*

Una relativa perdita di Qualità quindi, facilitata dallo sviluppo della tecnologia, che si limita però a assecondare una più generalizzata perdita della Qualità, che vede protagonisti coloro che una volta godevano dei Chautauqua e adesso traggono piacere dagli spettacoli d'intrattenimento di massa.

- Continua


* * *


* Robert M. Pirsig, Lo Zen e l'arte dlela manutenzuione della motocicletta. Adelphi, 1981. Traduzione di Delfona Vezzoli.

Nell'immagine di apertura del post: Robert Adams, Eden. Interstate 25, Colorado. 1968.


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