Scienza = Verità è la tipica, ingenua equivalenza che compie il moderno uomo della strada, buttando così non solo inconsapevolmente a mare decenni e decenni di ricerca epistemologica - da Husserl a Kuhn - ma anche operando, altrettanto inconsapevolmente, un bizzarro scambio di consegne tra religione e scienza che qualifica quest'ultima come nuovo oppio dei popoli. Tra le tante conseguenze, una sorta di riduzione a uno stato pre-logico che il giornalista Maurizio Blondet ha definito - in maniera molto azzeccata - "neoprimitivismo". Incapace di creare connessioni tra le diverse aree del sapere, e soprattutto incapace di concepire l'esistenza di paradigmi alternativi, il neoprimitivo pone in una sorta di bozzolo iperuranico la scienza, sottraendola in tal modo tanto alle contingenze storiche e geopolitiche quanto a ogni riflessione matura del pensiero, e lasciando campo libero a una concezione grossolana - quantitativa più che qualitativa - della vita e dell'universo che la contiene.
Per i neoprimitivi, tra i cui rappresentanti di spicco io annovero senza problemi il biologo Richard Dawkins e il cosmologo Stephen Hawking - grandi nelle rispettive discipline, ma assolutamente incapaci di vedere un palmo al di là del loro naso - l'essere umano è poco diverso da un contenitore di materiale genetico risultato arraffazzonato della selezione naturale, o da un incidente di percorso di "leggi di natura" destinate in origine a cose ben più serie, come, per esempio, tenere in piedi un universo qualsiasi per un centinaio di miliardi di anni o giù di lì. E se fino a poco tempo fa per alcuni poteva essere difficile intuire cosa potesse derivare alla lunga da una visione così distorta e parziale della realtà, oggi basta affacciarsi dalla finestra per avere sotto gli occhi tutte le conseguenze del caso. Ma qui non si tratta più di semplice neoprimitivismo, bensì di neoprimitivismo mononeuronale, che è oggetto del video che ho scelto di proporvi oggi, Una Burionata tira l'altra, prodotto con il consueto acume dal grande Silver Nervuti. Non mi resta quindi che augurarvi, ancora una volta, una buona visione.