Su uno dei lati del portachiavi compariva una testa di toro finemente cesellata, coronata ad arco dalla scritta “Hotel Minoic”. La si sarebbe potuta quasi scambiare per la faccia di una moneta, pensò Luisa, che poi chiuse gli occhi e per un momento lasciò che fosse il suo polpastrello a “leggerla” nei dettagli. L’altro lato dell’oggetto portava invece stampato il numero “406”.
Per coloro di voi che non lo sanno, quello che avete appena letto è un estratto della mia blog novel Solve et Coagula. Della Pagina 127 per l'esattezza.
Come ho detto in più occasioni, in corso di scrittura della blog novel io cerco, per quel che riesco, di seguire il metodo "buona la prima", che consiste appunto nel prendere per buona la prima idea che mi viene in mente. E così ho fatto anche quando si è trattato di assegnare il numero alla chiave di cui Luisa è venuta involontariamente in possesso. Mi è balenato all'istante in mente il numero 406 e senza pensarci due volte l'ho digitato sulla tastiera.
Solo dopo, a cosa avvenuta, ho cercato di capire perché proprio quel numero e non un altro, senza però venire a capo di niente. Per quanto frugassi nella mia memoria alla ricerca di indizi, quel particolare numero non sembrava avere attinenza con nulla che riguardasse la mia esperienza di vita o di lettura, nel vicino o nel lontano passato. E poiché è anche successo che più di uno degli aficionados della blog novel si sia posto la mia stessa domanda e mi abbia chiesto chiarimenti sulle ragioni di quella scelta, io ho potuto solo dare come risposta che ne sapevo quanto loro.
Come ho detto in più occasioni, in corso di scrittura della blog novel io cerco, per quel che riesco, di seguire il metodo "buona la prima", che consiste appunto nel prendere per buona la prima idea che mi viene in mente. E così ho fatto anche quando si è trattato di assegnare il numero alla chiave di cui Luisa è venuta involontariamente in possesso. Mi è balenato all'istante in mente il numero 406 e senza pensarci due volte l'ho digitato sulla tastiera.
Solo dopo, a cosa avvenuta, ho cercato di capire perché proprio quel numero e non un altro, senza però venire a capo di niente. Per quanto frugassi nella mia memoria alla ricerca di indizi, quel particolare numero non sembrava avere attinenza con nulla che riguardasse la mia esperienza di vita o di lettura, nel vicino o nel lontano passato. E poiché è anche successo che più di uno degli aficionados della blog novel si sia posto la mia stessa domanda e mi abbia chiesto chiarimenti sulle ragioni di quella scelta, io ho potuto solo dare come risposta che ne sapevo quanto loro.
La chiave ha poi dormito per un po', tornando a riemergere solo nelle due pagine più recenti di Solve et Coagula, la 153 e la 154, insieme alla fatidica domanda: Perché proprio il 406? Ma ancora una volta ho potuto solo rispondermi che non lo sapevo. Almeno fino alla sera di ieri, lunedì 3 ottobre, quando mi è capitato di riprendere in mano, a una vita di distanza, il numero 119 di Kriminal, il cui titolo è quanto di più adeguato al contenuto di questo post possa esserci: Anche l'assurdo può accadere.
Sì, perché a pagina 57 dell'albo, la cabina (siamo su una nave) in cui sta per entrare un Kriminal reso irriconoscibile da uno dei suoi soliti, improbabili camuffamenti, è proprio la 406, come indica il numero sulla porta d'accesso.
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L'immagine in alto sotto il titolo è: Gian Carlo Calma, Il silenzio della nevehttp://www.ioarte.org/artisti/Gian-Carlo-Calma/opere