Pur non essendo stato espressamente taggato da lui, raccolgo per la seconda volta l'invito del blogger Miki Moz a rievocare il nostro vissuto pop dei decenni passati. La prima volta si era trattato degli anni '80, ora tocca al decennio successivo, e devo subito dire che quel che avevo scritto nella precedente occasione:
...dal punto di vista dello spirito "pop" del gioco, ho sempre considerato gli anni '70 i miei personali anni ruggenti. E' stato allora che ho conosciuto la maggior parte dei miei "miti" della musica, del fumetto, del cinema, ecc. Di quel che emergeva negli anni '80 mi sono invece interessato poco, perché la mia attenzione era rivolta soprattutto al mio privato. E' stato il decennio degli studi musicali; dei primi esperimenti nello sciamanesimo; delle sessioni di arti marziali che occupavano a volte intere giornate; dei primi tentativi di letteratura autobiografica.
... ecco, tutto questo mi sembrava valere altrettanto se non di più nel caso dei miei anni '90, almeno a una prima impressione. Qualcosa ho comunque tirato fuori, alla fine, e di abbastanza lungo da giustificare, ai miei occhi, la divisione in due post. Questa prima parte è dedicata a Musica e Comics, la seconda alle rimanenti Macrocategorie, tenendo però conto che ho scelto, per la seconda volta, di concentrarmi solo sulle categorie da me preferite tra le numerose presentate da Moz nel suo post di lancio dell'iniziativa.
Ma ecco, per cominciare, le tre regole del Tag:
1- Elencare tutto ciò che per noi sono stati gli anni '90, in base ai vari macroargomenti forniti (nota: parlare del vissuto dell'epoca, non di ciò che il decennio rappresenta per noi oggi! Chi non era ancora nato può parlare invece per esperienze indirette!);
2- Avvisare Moz dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento a
http://mikimoz.blogspot.it/2017/09/i-miei-anni-90.html
(gli servirà per venire a leggere i vostri post!)
3- Taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.
E ora, i due primi Macroargomenti e le mie prime due liste.
1. Musica
Ho infine scelto, per questa categoria, di optare per una Top Six suddivisa in tre sezioni: musica italiana, musica straniera e colonna sonora, che mi sembra sintetizzi piuttosto bene i miei gusti del decennio (ma ancora attuali).
1a. Musica italiana - Hegel di Lucio Battisti e L'ombrello e la macchina da cucire di Franco Battiato
Davvero entusiasmante il dialogo a distanza di questi due sommi artisti della musica italiana, entrambi noti anche per il loro grande interesse per gli studi filosofici. All'Estetica hegeliana di Battisti e Panella del 1994, Battiato e Sgalambro rispondono nel 1995 con il Criticismo kantiano. Due canzoni molto diverse tra loro ma ambedue di altissimo livello.
Una doverosa nota sul titolo, prima di lasciarvi all'ascolto de L'ombrello e la macchina da cucire. Può sembrare un titolo senza senso, ma è in realtà ben riconoscibile da tutti i cultori de I canti di Maldoror di Lautréamont, essendo ispirato proprio a una frase di quel libro: ...come l'incontro fortuito su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e di un ombrello!
Molto bello anche il video ufficiale della canzone.
1 b. musica straniera - The Future di Leonard Cohen e Bachelorette+Joga di Björk
Di Leonard Cohen ho già pubblicato un altro brano del suo ispiratissimo The Future, nel terzo post sugli avvenimenti della mia vita: Waiting for the Miracle. Voglio aggiungere adesso l'unico brano strumentale del disco, Tacoma Trailer. Almeno altrettanto splendido dell'altro.
Leonard Cohen - Tacoma Trailer (The Future, 1992)
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Chiudo questa seconda sezione con i miei due brani favoriti dal mio disco preferito di Björk: Homogenic (1997), riuniti miracolosamente insieme in un'esecuzione dal vivo del 1998. Davvero mozzafiato. E poi ditemi che non vi tratto bene.
1 c. colonne sonore
La britannica, e mia coetanea, Jocelyn Pook l'ho conosciuta proprio sullo scadere del decennio, nel 1999, grazie al suo splendido contributo alla colonna sonora di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Suoi sono i due famosi brani che commentano la celeberrima scena del ballo in maschera: Masked Ball e Migrations.
Ho preferito però sforare di un poco nel decennio successivo e presentare un altro suo brano, Dyonisus, entrato a far parte anche questo di una colonna sonora, del film Gangs of New York di Martin Scorsese. Questo perché credo sia passato più inosservato rispetto ai due brani che sottolineano il momento di principale climax di Eyes Wide Shut, nonostante sia altrettanto bello.
Jocelyn Pook - Dyonisus (Untold Things, 2001)
* * *
Il secondo brano che ho scelto per questa sezione è il delizioso This Life dei Mandalay, pubblicato nell'album Empathy (1998) e voluto da Madonna per entrare a far parte della colonna sonora di The Next best Thing, film del 2000 diretto da John Schlesinger e interpretato da lei e Rupert Everett. Non vorrei sbagliare, ma credo che ospite alla tromba vi sia il grande trombettista contemporaneo Jon Hassel.
2. Comics
Un unico esempio invece, come già la volta scorsa, per questa sezione. Dopo il divorzio della Marvel, di cui ho raccontato in precedenti occasioni, ho cominciato ad assaggiare molte cose diverse ma stancandomene presto ogni volta. La serie su cui ho resistito più a lungo è stata forse Xenozoic Tales di Mark Schultz, che mi riportava alle atmosfere alla Edgar Rice Burroughs da me tanto amate negli anni '60 e '70: giungle, mostri preistorici, mondi perduti e due protagonisti, Jack Tenrec e Hannah Dundee, che si fanno benvolere.
Anche i disegni della serie avevano un sapore retrò e omaggiavano esplicitamente i maestri dei comics dei decenni andati, Frank Frazetta e Al Williamson su tutti. Pur evidenziando, gli stessi disegni, una certa legnosità da parte di Schultz, che ha l'aria di trovarsi più a suo agio con l'illustrazione singola che con la sequenzialità tipica del medium fumetto. Si trattava comunque di disegni belli e minuziosi, accompagnati da degli ottimi testi, sempre di Schultz.
Ecco un estratto di sinossi che ho adattato dalla pagina di Wikipedia:
...la Terra è stata devastata dall'inquinamento e da disastri naturali di tutti i tipi. Per salvarsi, l'umanità costruì grandi città sotterranee in cui si ritirarono per circa 600 anni. Una volta riemersi in superficie, trovarono il loro mondo di nuovo occupato da forme di vita precedentemente estinte (le più spettacolari, ovviamente, i dinosauri). Nella nuova epoca Xenozoica la tecnologia è estremamente limitata e coloro che hanno competenze meccaniche esercitano una grande influenza e attirano su di sé un grande rispetto.
Per inciso, scopro solo oggi che esistono anche una serie di cartoni animati e un videogame ispirati a questo fumetto, che credo portino entrambi il nome con cui la serie è meglio nota: Cadillacs and Dinosaurs. Aggiungo, inoltre, che scrivere questa parte di post mi ha fatto venire una gran voglia di scoprire cosa succede nell'Era Xenozoica dopo l'inizio degli anni '90. Provvederò a breve.
Continuando sul personale, conservo ancora oggi i primi otto albi della serie pubblicati dalla Kitchen Sink, più un volume rilegato di grande formato, sempre della Kitchen Sink, intitolato Time in Overdrive, che raccoglie i numeri dal 9 al 12. Non ricordo quanto pagai questo volume alla sua uscita, nel 1993, ma sospetto una cifra, trattandosi di un'edizione in tiratura limitata autografata e numerata dall'autore. Ecco una mia scansione della seconda di copertina:
Non male, eh?
Nel prossimo post: Cinema, libri e alcune delle altre Macrocategorie. Più, naturalmente, l'elenco dei cinque nominati.