Quantcast
Channel: Ivano Landi
Viewing all articles
Browse latest Browse all 597

Solve et Coagula - Pagina 155

$
0
0




Parte II - Capitolo 2 /11


«Solo guardare» ripeté piano Luisa, non del tutto convinta di voler approfittare dell'occasione. Ma aveva una scelta?
«Non devo anche pensare a una persona?».
«No» ribadì con decisione l’altra. «Guarda e basta».
E Luisa cominciò a guardare, nello stesso preciso momento in cui la luce se ne andò di nuovo. Ma neanche stavolta l’oscurità totale durò a lungo, perché subito le pietre circolari che decoravano, a intervalli regolari, l’ovale della cornice del finto specchio cominciarono a risplendere della stessa luce blu che poco prima si era diffusa dai lati dei gradini ai suoi piedi, attraverso la serie di piccoli oblò all'apparenza deputati a suggerirle un percorso alternativo. Se lei non aveva acconsentito era solo perché qualcosa si era messo nel mezzo tra lei e la sua decisione, mentre adesso sembrava del tutto impossibilitata a distogliere lo sguardo dalla finta superficie riflettente. Che fra l'altro le ricordava sempre più uno specchio d'acqua cristallina su cui aleggiasse uno strato sottile di nebbia in movimento e intinto della luce azzurra delle gemme circostanti. Luisa si chiese se quei vapori non fossero per caso gli stessi che aveva visto circondare la piazza prima di fare ingresso nel Pasifae, e per un momento, quando vide delinearsi nello specchio il profilo di un lampione da strada coronato da un alone di luce giallognola, ne ebbe quasi la certezza. Le sue sensazioni non erano state quindi prive di fondamento, e davvero doveva esserci un momento in cui lei aveva sfiorato, nella nebbia all'esterno del locale, qualcuno che conosceva molto da vicino.
La nebbiolina azzurra si dileguò in ogni caso velocemente dalla superficie dello specchio, per lasciare spazio a una notte nera come l'inchiostro, e Luisa avrebbe detto anche altrettantoliquida. Non se la sarebbe però sentita di giurare che quello fosse davvero il centro di Firenze – neanche di quella nuova Firenze così simile alla vecchia in cui lei era finita. Le sembrò invece che il lampione fosse situato in una zona aperta, al centro di un crocicchio, o qualcosa del genere, e pian piano vide anche comparire, sul margine dell’alone luminoso una forma umana, di media altezza e corporatura esile. Luisa dedusse, dal vestito lungo stampato a fiori che la figura aveva indosso, che dovesse trattarsi di una donna. La sua incertezza si rivelò tuttavia destinata a dileguarsi altrettanto in fretta della nebbia di poco prima.
La nonna, pensò, con un violento sobbalzo tutto interiore.
Non c'erano dubbi, era la sua nonna materna quella che aveva di fronte nello specchio, minuscola eppure scolpita in ogni più minuto dettaglio, come un'immagine lavorata di cesello. Ma lo shock più grande arrivò nel momento in cui la sentì parlare e le sembrò che si rivolgesse proprio a lei.
«Dimmi un po’ tu se ti sembra una cosa normale» furono le sue prime parole, e indicò il vestito a fiori che aveva indosso. «Qua tutti mi prendono in giro per questa bruttezza».
Luisa ricordava in effetti bene come la predilezione di sua nonna andasse ai vestiti a tinta unita, in genere sottane e maglie, e ai colori poco accesi, verdi e marroni in particolare. Quel vestito non era proprio nel suo stile. Ma perché lo indossava allora? E, soprattutto, chi erano quelli che la prendevano in giro?
La risposta la raggiunse come una scarica elettrica, quando le sembrò di ricordare all’improvviso, con orrore, che quello che indossava in quel momento sua nonna altro non era che l’abito “elegante” con cui l'avevano vestita per essere sepolta.
O cielo! esclamò dentro di sé. Ma fu solo un attimo, prima che davanti e intorno a lei scendesse di nuovo il buio.

Viewing all articles
Browse latest Browse all 597